Dragone Settimio Nato a Bari l' 11/09/1962 si è diplomato nel 1982">

presso l'Istituto "P. Toscanelli di Firenze Titolare di laboratorio dal 1986

esegue protesi in ceramica e strutture combinate con le più recenti e innovative tecnologie odontotecniche. Uno dei primi tecnici a sperimentare il metodo "ULTRAKERAMIC" con ottimi risultati.

Vive e lavora a Firenze.

Ultrakeramic: estetica e funzione (e velocità di esecuzione)

La velocità nel riprodurre qualsiasi forma (modellata o preformata) in ceramica, consente di migliorare la precisione dei manufatti, con tempi e costi ridotti. E’ un traguardo soddisfacente se si considera che questi sono i parametri giornalieri che influenzano la scelta di attrezzature e nuovi metodi di lavorazione.Con il sistema ULTRAKERAMIC si possono realizzare in maniera razionale, con tutte le nuove ceramiche, manufatti con una stratificazione semplificata adatta alle personali metodiche di lavorazione.

Come tutte le lavorazioni manuali anche questo metodo va visualizzato per poter sviluppare una personale metodologia di lavorazione, più vicina alle esigenze della routine.

Anche se le immagini non rispettano tradizionali canoni estetici esprimono chiaramente la possibilità di adottare un metodo razionale non solo per riprodurre in breve tempo un tipo di morfologia accentuata che rispecchia quella originale modellata in cera, ma anche la possibilità di realizzare in maniera autonoma elementi in ceramica personalizzati includen-doli direttamente su protesi amovibili con brevi passaggi di lavorazione.

Il sistema ULTRAKERAMIC è un procedimento che si basa su un principio di addensamento che si discosta largamente dalla tradizionale condensazione, in quanto consente di ordinare in maniera uniforme tutte le particelle di ceramica, espellendo solo il liquido in eccesso responsabile anche della contrazione.

I pigmenti che influenzano la tonalità della tinta vengono così distribuiti uniformemente migliorando anche la qualità di qualsiasi ceramica.

La duplicazione del modellato in cera del manufatto protesico e l’addensamento mediante onde sub-soniche può essere applicato nello stesso modo ad un semplice ponte di 3 elementi come ad un’intera arcata.

Ho voluto inoltre mostrare la possibilità di duplicare anche i denti diatonici sulla protesi amovibile. Questo ci permette di avere lo stesso risultato cromatico tra la parte fissa e la parte amovibile del nostro lavoro. Montando sulla parte scheletrica ei denti prefabbricati il risultato estetico sarebbe stato sicuramente inferiore.

Ma la funzionalità?

La riproduzione fedele di una modellazione ben fatta anche dei diatonici inclusi nella parte scheletrica risulta basilare per un buon esito estetico ma anche e soprattutto funzionale.

Perché, quindi, non applicare la stessa metodologia di lavoro anche nella parte scheletrica del lavoro?

DRAGONE Settimio