Dott. Daniele Francioli
Odontoiatra e protesista dentale - Specialista in Ortognatodonzia
Titolare Laboratorio "Francioli Ortodonzia"
Via Luigi Morandi, 106 - 50141 - Firenze - Italia
telef.: +39 055 410125 - fax: +39 055 4223423

Daniele Francioli è nato a Firenze il 22 ottobre 1961.
Diplomato Odontotecnico presso l'I.P.I.A. “Leonardo da Vinci” di Firenze. Laureato in Odontoiatria e Protesi Dentaria presso l’Università di Pisa. Perfezionato in Odontologia forense all’Università degli Studi di Firenze.
Specializzato in Ortognatodonzia all’Università degli Studi di Siena.
Ricercatore a tempo determinato presso il Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche dell’Università degli Studi di Siena. Vincitore del Primo Premio Poster SIDO nel 2006 (primo classificato). Vincitore del Premio SIDO per il Primo Miglior Poster nel 2007 (primo classificato).
Ha pubblicato più di 80 articoli, prevalentemente su temi ortodontici, su riviste nazionali ed internazionali. E’ autore del libro “
Nozioni fondamentali di tecnica ortodontica” Ed. Martina Bologna presentato nel 2004.
Relatore e autore di contributi personali sull’ortodonzia a numerosi corsi, congressi e convegni in Italia ed all'Estero. Istruttore presso lo studio del Dr. Giuseppe Cozzani Presidio sanitario privato a La Spezia. Valutatore nell’anno 2002 di eventi formativi (Referee) per la Commissione Nazionale per la formazione continua in medicina (ECM) del Ministero della Salute.
Iscritto all'Albo dei C.T.U. del Tribunale di Firenze. Socio Onorario del GTO Associazione Nazionale Tecnici Ortodontisti.
Il Dott. Daniele Francioli è membro ANDI, ANT-OR, ASIO, CRON-OM, ReDOI, SIDA, SIDO, SNO. Attualmente svolge oltre l'attività di ricercatore anche quella di libero professionista esercitando esclusivamente la consulenza ortodontica ed è inoltre titolare del laboratorio ortodontico "FRANCIOLI ORTODONZIA" in Firenze.

Dott. Daniele Francioli
Dott. Grazia Ruggiero
Odontoiatra, Dottore di ricerca in Chirurgia Oro-Maxillo-Facciale – Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche, Università degli studi di Siena
Un dispositivo ortodontico per la distalizzazione dei molari e dei premolari: il Distal 8:
di Daniele Francioli e Grazia Ruggiero
In ortognatodonzia le malocclusioni di seconda classe rappresentano un vasto gruppo di disarmonie dento- scheletriche, tra queste alcune richiedono la distalizzazione del mascellare superiore.
La terapia viene affrontata con protocolli terapeutici diversi, sempre nel rispetto dei principi di biomeccanica e dei limiti biologici imposti dal caso.

Attivatori o sistemi di forze ad applicazione intra o extraorale sono il mezzo terapeutico di queste malocclusioni, nell’ambito delle quali la distalizzazione dei molari spesso ove richiesta ed eventualmente possibile, riveste un ruolo fondamentale.

I dispositivi per la distalizzazione dei molari superiori possono essere divisi in extraorali ed intraorali, i quali possono a loro volta essere divisi in intra-arcata ed inter-arcata.

Foto 1- Dispositivo Distal 8
Tutti i protocolli terapeutici, in misura maggiore o minore, presumono la collaborazione da parte del paziente per questo spesso, in mancanza di questa, i risultati desiderati non vengono raggiunti.

Con lo scopo di diminuire la collaborazione e facilitare la terapia, negli ultimi anni si è assistito al proliferare di nuovi dispositivi che tendono a ridurre la collaborazione da parte del paziente risolvendo in questo modo i problemi incontrati con mezzi terapeutici tradizionalmente usati.

Foto 2 - Visione frontale inizio terapia
Il dispositivo illustrato, segue questo filone di ricerca e poggia le sue basi sui concetti di ancoraggio e biomeccanica offerti da noti dispositivi, essendo particolarmente innovativo oltre che per le sue caratteristiche di stabilità, maneggevolezza e precisione che si evidenziano nel posizionamento stesso, per la capacità di spostare, rispetto a dispositivi simili, un numero doppio di denti applicando la forza sempre in corrispondenza del centro di resistenza.
Foto 3 - Visione laterale dx inizio terapia
FUNZIONAMENTO DEL DISTAL 8:

Il dispositivo costituito da due guide di scorrimento solidarizzate, sia mesialmente che distalmente, tramite dei sezionali, ad un bottone di Nance.

Le guide, orientate parallelamente al piano occlusale, risultano essere dei sezionali di cannula il cui diametro interno è di 1 mm.

Sulla superficie esterna delle guide sono posizionate quattro corpi di scorrimento, due morsetti a vite e due molle di attivazione.

Foto 4 -Visione laterale sn inizio terapia
I corpi di scorrimento hanno una forma a T capovolta e sono costituiti da sezionali di cannule la cui parte orientale lunga 4mm, ha il diametro interno uguale alla sezione esterna della guida, mentre la parte ad essa perpendicolare è un sezionale di filo di 1 mm idoneo ad essere saldato su di una banda.

Infine, sulla parte orizzontale del corpo di scorrimento sono stati puntati dei kleat necessari per il posizionamento di forze a memoria elastica ed eventuali legature metalliche.

Foto 5 - Prototipo Distal 8 inserito all’interno del cavo orale
Le molle di attivazione sono alloggiate sulle guide in una posizione compresa tra il morsetto a vite ed i corpi di scorrimento ancorati ai molari. I morsetti a vite presentano dei kleat.

Le guide nella loro parte terminale sono solidarizzate tramite dei sezionali al bottone di Nance.

Foto 6 - Prototipo Distal 8 – Particolare del movimento di distalizzazione molare
USO E BIOMECCANICA DEL DISTAL 8:

Il dispositivo viene attivato sul modello in gesso prima del suo posizionamento nel cavo orale.

L’attivazione della molla viene eseguita facendo scorrere distalmente e poi bloccando il morsetto a vite sulla guida.

Attivata la molla si esegue una legatura metallica tesa tra i corpi di scorrimento molare e premolare. Questa operazione, oltre a bloccare la forza della molla, rende molto maneggevole il dispositivo ed il suo conseguente posizionamento nel cavo orale.

Foto 7 - Distalizzazione molare
A questo punto è importante evidenziare l’aspetto che essendo le guide collegate in maniera rigida con il bottone di Nance, risulterà molto agevole il controllo dell’aderenza del bottone sul palato. Infatti, qualora una qualsiasi delle bande non dovesse adattarsi perfettamente al dente come sul modello, il bottone risulterà sollevato dal palato essenzialmente in corrispondenza del dente ove la banda non si è adattata, evidenziando quindi difetti di posizionamento non facilmente verificabili con altri dispositivi simili.
Foto 8 - Visione frontale durante la terapia
Ulteriore rilevante considerazione è che la rigidità del dispositivo non consente inopportune pressioni sul bottone di Nance che potrebbero distorcere il dispositivo stesso causando un mal funzionamento del sistema pistone cilindro con conseguente infossamento del bottone sul palato ed eccessiva mesializzazione del gruppo frontale.
Foto 9 - Visione laterale dx durante la terapia
Eseguendo il posizionamento nel cavo orale con un tronchese si taglia la legatura metallica precedentemente eseguita sul modello. La molla libera di agire genererà una forza che da un lato si scaricherà sul molare e dall’altro direttamente sul bottone in acrilico e sui premolari.
Foto10 - Visione laterale sn durante la terapia
I molari, ancorati ai corpi di scorrimento, saranno sollecitati a spostarsi distalmente con un movimento corporeo.

Ottenuto lo spostamento dei molari, utilizzando resina a freddo o composito, si solidarizza il corpo di scorrimento dei molari alla parte terminale della guida di scorrimento e quindi al bottone di resina, impedendo in questo modo la mesializzazione dei molari stessi.

Foto 11 - Visione frontale termine terapia
A questo punto la terapia può seguire meccaniche diverse.

Un primo protocollo terapeutico prevede la rimozione della barra trans- palatale e l’applicazione di forze elastiche di seconda classe tese tra la superficie vestibolare del molare inferiore ed il gancio posizionato sul corpo di scorrimento del premolare.

Foto 12 - Visione laterale dx termine terapia
Un secondo protocollo terapeutico, molto conservativo, prevede la distalizzazione asimmetrica delle arcate:

dopo aver distalizzato a bloccato in posizione i molari, tramite una fresa, viene liberato dalla barra trans- premolare un solo premolare e su questo si applicano forze di prima classe.

Ottenuto lo spostamento da un lato, con della resina si blocca il corpo di scorrimento del premolare distalizzato e si esegue lo stesso movimento dal lato opposto.

Foto 13 - Visione laterale sn termine terapia
Anche questo corpo di scorrimento a fine movimento verrà bloccato ottenendo una struttura rigida a base quadrangolare.

Le due soluzioni differiscono per la collaborazione e la durata del trattamento.

Nella prima opzione il vantaggio risiede nel fatto che la terapia procedendo simmetricamente ha una durata ridotta (16-18 mesi).

Foto 14 - Dispositivo tipo Andresen di contenzione
Gli svantaggi risultano essere: la collaborazione, la necessità di preparare l’arcata inferiore, ed infine i possibili effetti indesiderati sull’ATM sull’uso più o meno prolungato di elastici di seconda classe.
Foto 15 - Visione frontale contenzione
Foto 16 - Visione laterale dx della contenzione
Foto 17 - Visione laterale sn contenzione
Nella seconda opzione lo svantaggio è rappresentato dalla durata della cura più lunga di circa 3 mesi, mentre il vantaggio principale consiste nell’opportunità, ove possibile, di non dover effettuare immediatamente la preparazione dell’arcata inferiore e nella possibilità di usare forze di prima classe non esistendo in rischio di perdere posizione essendo intuitivo il fatto che alla mesializzazione molare tende ad opporsi la rotazione di tutto il complesso mascellare costituito da bottone di Nance, molare e premolare omolaterale, molare controlaterale.