PROTESI IMPLANTARE MODULARE PER COMPRENDERE IL CONCETTO DI SOSTEGNO SPAZIO E INGOMBRO
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di Ivan Pintus - Firenze
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La fase di riabilitazione impiantare prodotta in laboratorio è una fase diagnostica di fondamentale importanza.
Una riabilitazione estetica estesa richiede un approccio terapeutico specifico per permettere una definizione precisa della configurazione protesica finale che deve essere in armonia sia con i tessuti circostanti, sia con le caratteristiche individuali del paziente quali: sorriso, forma del viso e carattere. |
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PRINCIPI DI PROCEDURA
Il trattamento prevede uno sforzo diagnostico proporzionale alla complessità della situazione di partenza, cominciando da un wax-up seguito da un provvisorio che incorpori funzione ed estetica per trasmettere informazioni diagnostiche utili per la fabbricazione del restauro finale. Nel caso in esame in collaborazione con il clinico,abbiamo deciso di procedere con la sistematica “simplant”. Una volta eseguito tale esame andiamo a studiare il caso. Misuriamo la dimensione verticale, sviluppiamo le impronte, procediamo nella messa in articolatore, dopo aver preso le impronte secondo i "protocolli implantari straumann" Procediamo a costruire il provvisorio post-intervento, riabilitando il paziente immediatamente con un provvisorio che ci accompagnerà per tutto il nostro percorso protesico. Realizzato il provvisorio con lo studio delle forme e il movimento dentale, ricontrolliamo la fonetica prestando attenzione all’ampiezza di spazio da riabilitare. Insieme al clinico abbiamo deciso di fare una protesi impiantare modulare con sovrastrutture avvitate e scudo gengivale. |
PERCHE’ QUESTO TIPO DI PROTESI
La dimensione verticale così estesa ci ha spinti verso la soluzione suddetta. Quindi, in base alle nostre esperienze, abbiamo deciso di fare tre quadranti fresati a 2°, 4° e 6° gradi e tre sovrastrutture da posizionare e avvitare per poter ottenere sia una buona estetica, sia la funzione e il sostegno dei muscoli buccali. In tutti i nostri quadranti ho deciso di fresare a 2°, 4° e 6°gradi a causa dell’inclinazione e dell’inserimento della protesi e questo anche per un'altro motivo che io ritengo fondamentale e cioè a causa dell’ingombro della lingua nella pronuncia delle parole, prestando particolare attenzione al quadrante canino-canino. La decisione di fare i quadranti è data anche dalla gestione delle emergenze dei denti e dall’eventualità di avere un lavoro parzializzato per poter intervenire senza smontare tutto il lavoro. |
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La prima fase della lavorazione prevede la preparazione di una Dima. |
La seconda fase prevede la preparazione del provvisorio con studio delle forme. |
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Foto 1 - Presa della prima impronta per la preparazione del
porta-impronte individuale. In questo caso viena scelta la tecnica con gli Snap On per il metodo a strappo non usata per la presa dell’impronta definitiva |
Foto 2 - Sviluppo della prima impronta.
E' importante curare sempre i nostri modelli per un ottima visione dei manufatti |
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Foto 3 - Fissaggio delle torri da impronta con resina già separate con un disco fine e pronte per il bloccaggio in bocca .
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Foto 4 - Porta impronte individuale finito eseguito come già descritto in precedenza allo scopo di ottenere il miglior risultato possibile
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Foto 5 - Bloccaggio in bocca delle torri unite che verranno poi separate in laboratorio come da protocollo
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Foto 6 - Presa dell'impronta definitiva con porta impronte individuale.
Per la presa dell’ impronta il Clinico ha scelto l’Impregum essendo questo un materiale molto fluido e che non non presenta nessun problema nella ricerca della precisione anche se entra in contatto con un micro film di saliva. |
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Foto 7 - Provvisorio in situ. Notiamo l’importanza della fine dello stesso e l’accoppiamento con il piatto implantare.
Importante è in questa fase mantenere gli spazi tra mucosa e provvisorio. |
Foto 8 - Particolare della struttura fresata
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Foto 9 - Particolare della struttura primaria fresata.
Si può notare il vano per l’inserimento della vite perfettamente integrato nel fresaggio. Così facendo potremo costruire la meso struttura In maniera corretta |
Foto 10 - Sovra-strutture sul Modello Master pronte per la prova in bocca
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Foto 11 - Tutte le strutture primarie fresate in situ.
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Foto 12 - Vista occlusale delle strutture primarie fresate in situ.
Si può notare la giusta posizione delle strutture nel centro cresta, questo in funzione di una corretta occlusione con l'arcata inferiore |
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Foto 13 - Rilevazione e controllo delle meso strutture e presa del morso occlusale
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Foto 14 -Vista laterale delle Meso Strutture ceramizzate pronte per essere glasate e per effettuare lo scudo gengivale di prova.
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Foto 15 - Particolare dei denti posteriori.
La ricerca della forma e dell'anatomia dentale sono parametri fondamentali dei quali è necessario tener conto nel nostro lavoro |
Foto 16 - Particolare del movimento riprodotto in ceramica
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Foto 17 - Restauro pronto per la prova biscotto e la valutazione dello scudo gengivale
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Foto 18 - Vista palatina del lavoro con ceratura dello scudo gengivale.
Si nota l’armonia del manufatto oltre ad una visione di come sarà il lavoro finito |
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Foto 19 - Vista laterale del secondo quadrante a confronto
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Foto 20 - Vista laterale del quadrante uno
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Foto 21 - Prova biscotto e ingombro dello scudo gengivale.
Si nota Come il manufatto si integri perfettamente nel cavo orale |
Foto 22 - Foto del quadrante uno in situ.
In questa fase possiamo valutare anche le sfumature del colore che armonizzano il tutto in modo naturale |
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Foto 23 - Foto occlusale del manufatto in situ.
Possiamo vedere come il manufatto si integri perfettamente e si posizioni correttamente nel centro cresta pur avendo del movimento dentale. Non andiamo ad invadere le zone sia della fonetica che del sostegno labiale e delle guance |
Foto 24 - Vista del quadrante due in situ con il controllo della relazione centrica e della cerniera di chiusura
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Foto 25 - Particolare dell’accoppiamento delle due fusioni con lucidatura a specchio della parte che va a contatto con la mucosa per il mantenimento di una buona igiene
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Foto 26 - Particolare della vite di bloccaggio del quadrante messa in posizioni strategica che non turba l’estetica del manufatto nascondendosi ed integrandosi in maniera armonica
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Foto 27 - Particolare dell’interno del quadrante frontale
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Foto 28 - Vista occlusale del manufatto finito: Si può così valutare l’armonia del movimento dentale e l'ingombro palatale
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Foto 29 - Lavoro ultimato sul Modello Master con scudo gengivale prima della consegna allo studio dentistico
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Foto 30 - Lavoro in situ con particolare del montaggio e avvitamento della vite vestibolare per il supporto della Stabilità del quadrante posteriore.
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Foto 31 - Il sorriso del paziente soddisfatto del lavoro eseguito
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IL CASO CLINICO:
Si è proceduto a realizzare la struttura modulare divisa in tre pezzi,in modo da compensare i disparallelismi implantari e di conseguenza le emergenze dei denti per gestire al meglio il rivestimento estetico in ceramica facendo riferimento a tutti quei processi di contrazione e dilatazione che tutti noi conosciamo. Progettando e costruendo il lavoro in moduli il Dentista riesce a gestire qualsiasi problematica legata al nostro lavoro in maniera preventiva senza creare complicazioni al paziente e soprattutto non smontando tutto il lavoro |
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CONCLUSIONI:
La possibilità dell’inserimento nel cavo orale di impianti osteointegrati, ha contribuito notevolmente a stabilizzare l’arcate dentali, dove la situazione parodontale aveva compromesso notevolmente la funzione e l’estetica. Per un esito favorevole di risoluzione per questo tipo di protesi, occorre necessariamente collaborare al progetto insieme all’Odontoiatra, altrimenti sarà impossibile per l’Odontotecnico risolvere funzionalmente ed esteticamente casi così complessi. |
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