Ricerca funzionale…… Seconda parte
Parte prima------------------Parte terza

#-- Nella ceratura di uno o pochi elementi riproduciamo l’anatomia il più fedelmente possibile

#-- Nella ceratura di una ricostruzione

estesa è utile e importante conoscere

la dimensione verticale e i valori rilevati

nell’assiografia.

#-- Controllare ripetutamente la validità

delle informazioni gnatologiche con i

provvisori, infine con la replicazione

occlusale.

#-- Il dente dei sei anni resta senza segni di usura solo qualche tempo, pertanto è inconcepibile modellare un 26 integro ad un paziente di 30 anni.

#-- Un concetto universale insegna che è utile lasciare un grado di tolleranza nei movimenti eccentrici.

#-- La forma è l’immagine plastica della funzione, le cerature vicine ai canoni naturali aderiscono a questo concetto.

Non vorrei essere tacciato di qualunquismo e pressapochismo quando indico le peculiarità di diverse scuole di pensiero ma, in primis ogni scuola trae i suoi principi da altre esperienze ed in secondo luogo trovo vantaggioso seguire quello che reputo interessante ed innovativo, quindi oculatamente ricerco quello che trovo compatibile con la scuola di Slavisek, che è la base delle mie riabilitazioni. (Fig. 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 ).

Foto 10 - In una modellazione superiore la tendenza è quella di “premolarizzare”.

L’indagine funzionale si avvale di due metodi pratici di rilevazione, l’arco facciale rapido, adatto per lavori di media complessità, si ottiene il posizionamento del mascellare sup.

Con l’arco cinematico si ottiene il rilevamento dell’asse intercondilare (cerniera) il Bennet.

Nei casi complessi si usa l’arco cinematico per la realizzazione del provvisorio a medio e lungo termine, con il provvisorio diagnostico ci si accerta della validità delle rilevazioni e si controlla il comportamento dell’ATM.

Foto 9 – La prudenza ci consiglia di ridurre le superfici occlusali in modo da ridurre il braccio di leva sull’impianto. Non ci si deve scordare che un molare ha tre o quattro radici per cui mediando, inseriamo la superficie di un settimo al posto di quella di un sesto.

Foto 11 - Rilevamento assiografico sulla paziente del primo caso

Il Provvisorio a carico progressivo,viene impiegato dopo l’inserimento implantare e a seconda delle scuole a distanza di mesi, fino a sei ed anche otto, per stimolare la osteointegrazione, il carico implantare viene aumentato progressivamente in modo atraumatico.

Il carico progressivo secondo le leggi di biomeccanica favorisce il formarsi ,a contatto delle pareti implantari di osso sano di buona qualità.

Foto 12 – La RX latero-laterale ci permette di individuare la classe scheletrica, i piani e gli angoli oltre al riscontro medio della dimensione verticale.

Foto 14 – La dimensione verticale del provvisorio viene riprodotta tramite un compasso e la cera.

IL COMPITO DEL PROVVISORIO:

Al provvisorio moderno competono molti ruoli, ad esso spetta il nominativo di terapeutico e diagnostico:

E’ nella protesi implantare che esso trova la sua principale applicazione, vediamo di stabilirne i compiti, spesso sottovalutati.

Foto 15 – Il rilevamento assiografico, la cera di occlusione e la base di montaggio del SAM 3 ci consentono il corretto posizionamento articolare e funzionale.

Provvisorio a medio e a lungo termine.

Foto 13 - Il provvisorio diagnostico a lungo termine ha una enorme importanza per la buona riuscita della protesi definitiva.

Restauro temporaneo di una riabilitazione che comprende i quattro quadranti deve interessare la dimensione verticale, che non deve essere sottovalutata nella sua globalità.

Si deve quindi eseguire una progettazione con caratteristiche di buon livello,

Una indagine assiografica e una ceratura diagnostica su articolatore individuale.

Nella ricerca della corretta dimensione verticale, L’odontoiatra può avvalersi del provvisorio per incrementare la dimensione verticale, questo metodo si basa sulla esperienza del professionista che determina in modo empirico la dimensione , ad esso si affincano il radiologo e l’ortodonzista che determinano in base alle diverse scuole gli angoli e la dimensione verticale.

Foto 18 – Veduta del lato sinistro

Provvisorio diagnostico terapeutico.

La ricerca preliminare è utile perché ci permette di costruire la protesi definitiva sull’esperienza maturata dall’analisi intraorale eseguita tramite il ponte diagnostico terapeutico.

E’ noto il limite di affidabilità della rilevazione masticatoria con le metodiche convezionali. Con questa tecnica possiamo fare affidamento non già sull’articolatore, che è pur sempre un attrezzo meccanico che simula la funzione dell’articolazione temporo mandibolare, ma sul paziente stesso, facendogli portare il ponte diagnostico.

Possiamo cosi’ valutare l’adattamento del nostro manufatto nell’apparato stomatognatico del paziente stesso.

Foto 16 – Ceratura su modelli Master

La presenza di mio-contratture determina un problema articolare, in fase di anamnesi il clinico controllerà lo stato di tensione muscolare e con una palpazione ai muscoli deputati all’occlusione ne verificherà la dolenzia.

Foto 19 -- Visione parziale della struttura metallica realizzata in Degubond 4 Degussa

Foto 17 – Visione dal lato destro.

In presenza di problemi all’ A.T.M. il clinico prima della riabilitazione definitiva può decidere di apportare piccole correzioni all’occlusione, incrementare o diminuire la dimensione verticale, creare delle guide e riportare i condili in centrica guidando l’occlusione con una guida incisiva canina ed eliminando i contatti nocivi. Al provvisorio diagnostico spetta il compito di indagine e di verifica funzionale prima della riabilitazione definitiva che duplicherà e lo ricalcherà.

Solo dopo aver accertato il corretto funzionamento biomeccanico del ponte provvisorio passiamo alla attuazione della travata definitiva in metallo ceramica del tavolato occlusale.

(FIG. 14 – 15 – 16 – 17 – 18- 19 – 20 – 21 – 22 – 23 – 24 – 25 – 26 – 27).

Foto 21 – Una veduta della superificie sinistra

Foto 20 – Veduta della superficie superiore destra della travata metallica. Si possono notare gli ampi spazi che la caratterizzano.

Il contatto parodontale.

Il cercine implantare nonché il cercine naturale deve essere perfettamente detergibile nel provvisorio a medio e lungo termine nonché nella protesi definitiva, quindi controllo e accessibilità su tutta la superficie che è a contatto con la mucosa orale.

Un nuovo ruolo che si richiede al provvisorio è quello di sagomare la sede implantare stimolandone la modellazione, l’estetica rosa assume un ruolo pari e superiore alla estetica bianca, infatti è inconcepibile pensare ad una protesi estetica che poggia su una mucosa cianotica e ipertrofica. FIG. 9 – 10 – 11 – 12 - 13.

Foto 22 – Visione delle due grosse riabilitazioni metalliche nell’insieme. L’ottima qualità del metallo usato ci da la certezza, nel tempo, dell’adesione fisico-chimica.

Foto 23 – La superficie estetica , quella occlusale-funzionale e fonetica, sono riprodotte in resina autopolimerizzante.

Con la tecnica delle mascherine è possibile eseguire un metallo giustamente sotto dimensionato, pronto a ricevere uno spessore uniforme di ceramica. Questo procedimento ne migliora l’unione chimico fisica, e l’addensamento delle particelle ceramiche, consentono di ridurre al minimo la retrazione centripeta della ceramica. Attraverso questi passaggi possiamo duplicare il tavolato occlusale ottenuto attraverso la ceratura diagnostica, e replicato in resina fotosensibile per il ponte provvisorio diagnostico successivamente si passa alla ceramizzazione del ponte definitivo.

Il controllo della occlusione sarà scrupoloso.Nei movimenti limite non si dovranno verificare contatti traumatici, mentre nella posizione di massima intercuspidazione, verificheremo la sovra e sotto occlusione.

Il protocollo per la replicazione del tavolato occlusale è una metodica collaudata da anni di impiego.

Foto 24 – Lavoro finito in Ceramica VITA 900
Foto 25 – Veduta del lato vestibolare sinistro
Foto 26 –27 – La superficie linguale inferiore

vista dai due lati destro e sinistro

Foto 28 – Un secondo caso. Si inizia con la misurazione latero-laterale.
Visualizza la terza parte