La protesi scheletrata (Parte terza)
Parte quarta
segue da: "Principio della leva"
Fig. 19 - Se il braccio di forza è più lungo di quello di carico è consigliabile appoggiare la protesi lungo una linea tangenziale.

Nel caso di costruzione di protesi a sella libera bilaterale estesa avremo quasi certamente la necessità di spostare in qualche modo l'asse di rotazione della protesi stessa: la soluzione migliore è dotarla di elementi ritentivi aggiuntivi a carico del parodonto creando una seconda linea di sostegno.(fig.18)

Fig. 18 - Il carico vicino alla linea di ritenzione protegge la gengiva. Si noti l'asse di ribaltamento contrassegnato dalla lina rossa.

Anche nel mascellare inferiore tutte la parti portanti edentule dovranno farsi carico dello sforzo masticatorio. Nel caso che siano solamente due molari i pilastri residui sarà nostra cura progettare due ganci aperti con appoggio distale in direzione della sella..I bracci di ritenzione dei ganci aperti, impediscono che la placca si stacchi dalla cresta del mascellare, mentre i supporti distali agiscono da elementi secondari di ritenzione.(fig.20)

Fig. 20 - In caso di ancoraggio a 2 molari residui, la protesi deve essere costruita con ganci aperti verso la sella edentula

Tali supporti devono perciò essere assicurati al loro posto per mezzo di elementi ritentivi anche se questo provocherà la perdita di esteticità della protesi.

Nel caso di costruzione di protesi la dove la dentatura residua sia fortemente decimata e quindi il braccio di forza risulti più lungo di quello di carico è meglio appoggiare la protesi lungo la linea tangenziale supportandola con una placca il più estesa possibile in modo da alleggerire il carico sul parodonto.(fig.19)

CLASSIFICAZIONE DEI TIPI DI GANCI

Tutti sanno che il gancio in generale e formato da 3 componenti: appoggio(parte del gancio che trasmette al pilastro le sollecitazioni verticali),abbraccio (parte del gancio che impedisce le traslazioni laterali) e parte ritentiva (che impedisce alla protesi di muoversi dalla sua sede).

Tra i sistemi più di ganci la NEY ha correttamente classificato i più comuni come gancio n° 1/ gancio n°2 / gancio n°1-2 (n°3), n° 4 o gancio ad azione posteriore, ad azione posteriore rovesciata, n°5 ad anello ed equipoise.

Esistono altri tipi di ganci come gli Iso-claps i i ganci Roach; questi ultimi non obbediscono ad un procedimento sistematico, ma costituiscono solamente una ordinata raccolta di ganci di uso comune.

La loro caratteristica è di essere dotati di scarso abbraccio e quindi di essere dei pessimi stabilizzatori, mentre risultano vantaggiosi a livello estetico perché ricoprono scarsamente il pilastro.

Nella tabella seguente troviamo i ganci NEY con una breve spiegazione sul loro uso :
Gancio n° 1

Il gancio n° 1 si usa sia nelle selle unilaterali che in quelle bilaterali munite di pilastri terminali solidi e con un limite di contorno normale. Per l'impiego del gancio n°1 si richiede un'analisi bassa in corrispondenza della zona edentula, sia vestibolarmente che linguo-palatalmente.

Il gancio n°1 non va mai eseguito nelle selle bilaterali o unilaterali ad estremità libere, essendo questo gancio troppo rigido. Dal punto di vista stabilità della protesi rappresenta una soluzione ottima fornendo un abbraccio ideale e ritenzione su entrambe le facce del dente.

Il gancio n° 1 va sempre montato con le punte in direzione opposta a quella dell'area edentula. Si misura il sottosquadro vestibolarmente e linguo-palatalmente con il calibro da 0,50 mm.

Gancio n° 2

Si usa sia sulle selle unilaterali che bilaterali munite o no di pilastri terminali, quando i denti pilastro presentino una linea di analisi molto alta in corrispondenza della zona edentula. La ritenzione del gancio n°2 va sempre eseguita in prossimità della zona edentula. Si misura il sottosquadro con il calibro da 0,50 mm.

Gancio n° 3 (1-2)

Si usa nelle selle unilaterali e bilaterali munite o no di pilastri terminali, quando i denti si presentino inclinati anormalmente o ruotati in modo da avere su di una faccia una linea di analisi del n°1 e sull'altra una linea di analisi del n° 2.

Si usa per l'ancoraggio sui molari quando dietro il dente pilastro vi sia ancora della dentatura residua. Le ritenzioni vengono eseguite sulle due facce in direzione diametralmente opposta. Si misura il sottosquadro con il calibro da 0,50 mm.

Parte quarta